GHESTER SARTORIUS (MAGAZINE LEICA 4/98)
UN ACCESSORIO FANTASMA
E universalmente
noto che la Leica, la favolosa macchina fotografica dalla eccezionale perfezione
meccanica e ottica, sia stata concepita e abbia visto la luce in casa Leitz.
È altresì noto a
molti che la tedesca Leitz sia stata anche tra le prime e più importanti
produttrici di microscopi che, ancora oggi con marchio Leica, continuano a primeggiare
su tutti i mercati del mondo. Di contro, non è forse noto a molti che Leitz sia
stata anche una delle più antiche ditte produttrici di apparecchi da proiezione
che, con il marchio Leica, dopo circa un secolo, sono ancora presenti sul
mercato.
I primi
apparecchi Leitz da proiezione risalgono ai primissimi anni del Novecento. Si
trattava degli Episcopi e degli Epidiascopi per impiego tecnico e scientifico.
I primi, a luce incidente, consentivano la proiezione di corpi solidi, i
secondi, a luce incidente e diretta, la proiezione sia di corpi solidi sia di
immagini su supporti trasparenti. Poi, negli anni Venti, arrivarono i primi
proiettori per pellicola in striscia e, infine, negli anni Trenta, l'innovativo
sistema dei cambiadia positive a cursore in cui venivano inseriti telaietti del
formato 5x5cm con le dia positive da proiettare.
Questa premessa
per introdurre proprio l'argomento dei telaietti per diapositive prodotti da
Leitz, che valgono giust'appunto la definizione di “accessorio fantasma”. Ma perché
accessorio fantasma? Perché, nonostante ogni nostra più scrupolosa ricerca, non
ci è stato possibile trovare alcuna traccia dei telaietti in questione sia nei
cataloghi sia nei listini e nei dépliant storici.
E non è stato
possibile trovare alcuna traccia neanche nelle pubblicazioni sulla Leica dei
vari autori; nè, a nostro ricordo, i telaietti non sono mai stati offerti in
sessioni d'asta o nei tanti listini pubblicati periodicamente dai commercianti
di materiali da collezione.
Eppure, Leitz
produsse telaietti per diapositive, mettendoli in vendita in confezioni da 24 e
da 48 pezzi in scatolette di cartone rosso, come testimonia l'illustrazione che
il collezionista di turno ci ha consentito di riprendere e pubblicare.
Telaietti di metallo composti da un elemento centrale di cartoncino con
spiegamento a libro per inserirvi e inquadrarvi la dia positiva, due vetrini
per garantire la planarità della pellicola, e il tutto assemblato in due
elementi di metallo recanti, su di un lato, le indicazioni "Leitz" e
"Germany".
Il non aver
trovato alcuna traccia ci porta a ipotizzare che, allorché negli anni Trenta
Leitz produsse i primi proiettori con cambiadia positive a cursore, produsse
anche un piccolo quantitativo di telaietti per le prime esigenze della clientela;
produzione presto cessata quando altre ditte, specializzate negli accessori
fotografici universali, immisero sul mercato telaietti di propria produzione.
Quindi, è
certamente imputabile al brevissimo tempo in cui furono in produzione, la non
inclusione dei telaietti in questione nei cataloghi e nei listini Leitz
dell'epoca, e la loro non facile attuale reperibilità sul mercato, per il
modesto quantitativa che ne fu prodotto.
In tanti anni di
collezionismo Leica qualche tempo fa mi fu dato di trovare, per la prima volta,
in un negozio di Roma, una confezione di 24 telaietti nella scatoletta di
cartone rosso originaria che illustriamo e, solo recentemente, in un negozio di
Milano, un'altra confezione, questa volta da 48 telaietti. Quest'ultimo
ritrovamento è stato particolarmente interessante in quanto i 48 telaietti
contenevano tutti diapositive a colori riprese, all'epoca, su pellicole
Agfacolor e Gevaert in perfetto stato di conservazione.